Il rapporto tra le aziende e i cosiddetti influencer è costellato di ottimi casi di studio e di flop inenarrabili, ma è nel mezzo che nascono le collaborazioni più interessanti e proficue. Un mezzo in cui si stagliano figure di ogni genere, cui la definizione di influencer non soltanto non calza, ma spesso è del tutto fuorviante. Questa semplificazione genera inevitabili malintesi, aspettative non sempre realistiche e sovrapposizioni tipiche di un grave errore di fondo, che consiste nel definire le competenze di queste figure nel modo sbagliato, fosse anche solo per comodità. Ma chi sono, dove operano e perché sono fondamentali per le aziende e per le persone i mid-tier influencer e perché non dovremmo chiamarli così? Dall'epoca d'oro dei primi youtuber all'era dei tiktoker sono cambiate le tecnologie, le piattaforme, le dinamiche dei social, i gusti e le aspettative delle persone, cui oggi è necessario andare incontro con nuove strategie e nuove forme di UGC (User Generated Content) e più autentiche collaborazioni tra le aziende e i creatori di contenuti in Rete.