Poffabro è un piccolo borgo immerso nella Val Còlvera, ai piedi delle Prealpi Friulane, che mantiene l’atmosfera di un villaggio d’altri tempi. Le sue case sono alte e strette, costruite in pietra arenaria, hanno rustici ballatoi in legno di castagno e racchiudono cortili antichi, che ritagliano luoghi così intimi da sembrare quasi segreti. Le abitazioni di Poffabro si collegano tra loro con viottoli stretti e silenziosi, scalinate tortuose e massicci archi in pietra. Una simile architettura rivela l’anima sobria del borgo, la sua identità rurale e genuina ma non per questo meno suggestiva. Anzi, ogni angolo di Poffabro diventa pittoresco e richiama la purezza dell’aspro paesaggio montano, che avvolge il paese in un equilibrio perfetto.
Poffabro sarebbe il luogo ideale per una fiaba. Non a caso durante il Natale diventa un presepe tra i presepi, moltiplicando la sua magia in un caleidoscopio di luci ed opere artistico religiose esposte lungo le sue vie.
Eppure, anche una località così incantevole può nascondere un passato misterioso e leggendario.
Si racconta, infatti, che in queste terre un tempo abitarono figure mitiche, chiamate Agane. Erano metà donna e metà pesci. Le Agane vivevano vicino ai piccoli torrenti di montagna, ai laghi, alle sorgenti che zampillavano dalle rocce. Le Agane erano ninfe dell’acqua e tutti sapevano che erano solite divertirsi facendo scherzi ai viandanti, quando questi si avvicinavano ai ruscelli per bere e trovare ristoro.
In paese. però. si narra anche un’altra storia, meno gioiosa di questa e dalle tinte decisamente più oscure. Alcuni secoli or sono, di notte, le streghe si radunavano nei luoghi più impervi delle vicine montagne. Di giorno, invece, le stesse fattucchiere assumevano le sembianze rassicuranti delle donne di Poffabro.
Nascoste nelle rupi, dentro le grotte, tra le rocce e le tenebre, le streghe erano solite organizzare i loro riti magici. Pare che a quei Sabba, partecipasse addirittura il Diavolo in persona.
Si narra che nel 1648, un bambino di nome Mattia fu portato dalla nonna a cavallo di un caprone, fino al Plan di Malgustà, proprio dove si tenevano i raduni delle streghe. Un simile accadimento giunse alle orecchie dei giudici della Santa Inquisizione e il bambino fu sottoposto a un lungo processo come testimone della stregoneria. Furono ascoltati molti abitanti del borgo ma, dopo due anni di indagini, tutto si risolse in un nulla di fatto. Ciononostante, Poffabro in un memoriale della Curia di Udine fu definito “il nido particolar delle streghe”.
Che tutto questo sia vero o meno nessuno può dirlo, ma sappiamo che Poffabro è un luogo in cui si respira ancora un’umanità genuina e riservata che accoglie i forestieri con balconi adornati di fiori e offre tutto l’anno quella serenità che caratterizza i luoghi ai confini dei boschi.