Dopo due thriller ambientati nelle montagne del Friuli con protagonista il commissario Teresa Battaglia ("Fiori sopra l'inferno" e "Ninfa dormiente"), Ilari Tuti è in libreria con un romanzo che riprende fatti storici. "Fiore di roccia" (Longanesi) racconta la vicenda delle cosiddette portatrici carniche, donne che durante la Prima guerra mondiale si arrampicavano sulle montagne della Carnia per portare cibo e munizioni ai soldati che difendevano i confini. Non c'erano mulattiere e queste donne, munite di scarpetz, calzature tradizionali di velluto, erano le uniche in grado di raggiungere le vette. La protagonista è Agata, 20 anni, che insieme alle sue amiche Viola, Lucia, Maria e Caterina decide di diventare portatrice. All'inizio gli alpini sono diffidenti, poi nasce stima e rispetto soprattutto da parte del comandante Colman. Agata e le altre quasi ogni giorno salgono in vetta, portano merci e riportano a valle i cadaveri dei soldati. Guardano in faccia la guerra e fanno fatica a trovare un senso.
Nella seconda parte parliamo con Paola Barbato di "Vengo a prenderti" (Piemme), ultimo volume di una trilogia nata con "Io so chi sei" e seguita da "Zoo". I primi due erano romanzi gemelli, stessi personaggi e storie parallele. Quest'ultimo è il finale che vale per entrambi. In "Vengo a prenderti" l'agente di polizia Francesco Carpazo ha appena ucciso Lucio Donadio, psicopatico che aveva messo in gabbia in un carrozzone da circo 14 persone. Alcune di queste sono sopravvissute e vengono liberate da Carpazo, ma resta ancora da chiarire chi era la vera mente criminale. La fidanzata di Donadio, Alessandra, è scomparsa e Carpazo decide anche di far luce sulla vita dei superstiti. Nei volumi della trilogia la violenza spesso non è esplicitata, ma l'inquietudine prende il sopravvento. I confini fra bene e male sono labili e ci sono rovesciamenti di piani: chi è vittima e chi è carnefice?