Un romanzo che è a metà fra la spy story e la ricostruzione di fatti storici. "Il fantasma dei fatti" di Bruno Arpaia (Guanda) prende spunto da fatti realmente accaduti negli anni '60 per costruirci intorno un romanzo. I fatti storici sono la morte di Enrico Mattei, allora presidente dell'Eni, la morte sospetta in un incidente stradale di Mario Tchou, ingegnere dell'Olivetti, le accuse e le condanne di Felice Ippolito, direttore del CNEN (comitato per l'energia nucleare) e Domenico Marotta (direttore dell'Istituto Superiore di Sanità). Erano anni in cui Mattei, come Ippolito, si era fortemente battuto per un'indipendenza energetica dell'Italia, l'Olivetti era all'avanguardia nell'informatica e faceva paura agli Stati Uniti e Tchou era una delle punte di diamante di quell'azienda. Tutto si intreccia con un altro personaggio realmente esistito, Thomas Karamessinis, alto funzionario della Cia che operava a Roma.
Nella seconda parte parliamo di un altro romanzo che si ispira a fatti reali avvenuti sempre negli anni '60: la costruzione del tunnel del Monte Bianco. In "Fronte di scavo" (Einaudi) Sara Loffredi racconta la storia della costruzione della galleria fra il '61 e il '62, la gara che si era creata con i francesi che scavavano dalla parte opposta, le difficoltà incontrate dagli operai italiani per la presenza di acqua nella roccia. La storia, vera, viene raccontata attraverso un personaggio di fantasia, Ettore, ingegnere. Un uomo dalla grande razionalità con alle spalle rapporti familiari problematici, che attraverso la costruzione del tunnel, ma soprattutto attraverso la scoperta della montagna e la relazione con una donna, Nina, ritrova un nuovo equilibrio.