Il noir come lente di ingrandimento delle contraddizioni della società. È quello che accade con i romanzi di Massimo Carlotto come "Il francese" (Mondadori) in cui lo scrittore mette a fuoco gli aspetti peggiori e il malcostume nella provincia veneta e si concentra sulla criminalità che gira intorno alla prostituzione. Il protagonista è Toni Zanchetta, soprannominato "il francese". Lui ama definirsi un macrò, per darsi una parvenza di eleganza. In realtà è un protettore come tutti gli altri, un manipolatore, un uomo ripugnante. Una delle ragazze della sua maison scompare e lui è il primo sospettato. Carlotto sceglie di raccontare questa storia entrando nella testa del macrò, seguendo i suoi pensieri e la sua parabola discendente, ma senza alcuna indulgenza. Per i criminali di questa storia non c'è redenzione.
Nella seconda parte parliamo di "Morsi" di Marco Peano (Bompiani). Siamo nel 1996 in Piemonte, a Lanzo Torinese. La protagonista è Sonia, una bambina timida e solitaria che a volte viene lasciata dai genitori a casa della nonna. Una casa di cui Sonia ha paura. Inizialmente sembra un romanzo di formazione, ma improvvisamente in questa storia c'è una svolta, una scena chiave (di cui non possiamo anticipare nulla) che porta il romanzo sul piano del perturbarte e del fantastico, senza però perdere la credibilità. Un romanzo sul passaggio dall'infanzia all'adolescenza e poi all'età adulta, in cui crescere è visto come qualcosa di spaventoso.