Un thriller appassionante e inquietante, costruito con grande sapienza narrativa. A volte il lettore ha la sensazione di aver capito che cosa sta accadendo e chi potrebbero essere i colpevoli, ma poi c'è subito un elemento che spiazza. Parliamo di "La condanna dei viventi" (Longanesi) di Marco De Franchi che ha lavorato a lungo nella polizia giudiziaria e nello SCO. Protagonista è Valentina Medici, una giovane commissaria del Servizio Centrale Operativo che si trova a gestire la sua prima indagine importante. Un ragazzino sembra essere scappato dalle grinfie di un pedofilo, un altro scompare e il particolare inquietante è che i due si somigliano come gocce d'acqua. Questo è solo l'inizio di una vicenda molto intricata. Nelle indagini Valentina sarà aiutata dal vicequestore Fabio Costa, che in passato aveva ricevuto accuse molto pesanti, ma anche da un critico d'arte perché in tutta vicenda ha un ruolo fondamentale l'opera di Caravaggio.
Nella seconda parte parliamo di "Sarò breve"(Fazi) di Francesco Muzzopappa, autore di romanzi ironici come "Una posizione scomoda", "Affari di famiglia", "Dente per dente" e "Heidi". Stavolta Muzzopappa bilancia ironia e tenerezza, perché il protagonista è un uomo anziano, Ennio Rovere, imprenditore, che fa testamento prima di morire. Quello che il lettore legge è esattamente il suo testamento, in cui ricostruisce le relazioni più importanti della sua vita: dalla ex moglie a quella attuale, dai figli alla sua segretaria, dal cognato all'autista che nasconde in auto i romanzi rosa. Il testamento diventa così l'occasione per lasciare un'eredità materiale, ma soprattutto un'eredità morale, perché vuole rimettere a posto i rapporti familiari.