"La stazione" di Jacopo De Michelis (Giunti) è un romanzo piuttosto corposo (864 pagine) che è come una mastrioska perché contiene diversi romanzi. Innanzitutto è un thriller che però a un certo punto vira sul gotico e sul fantastico con elementi magici e riti vudù. E' un romanzo storico, c'è una storia d'amore e un focus sul rapporto padre-figlio. Infine è la storia di un luogo: la stazione centrale di Milano. Il protagonista è Riccardo (detto Cardo) Mezzanotte, giovane ispettore della Polizia ferroviaria dal passato problematico. Vuole indagare su un caso sottovalutato dai suoi superiori: in stazione vengono ritrovati animali uccisi e barbaramente mutilati. In contemporanea la giovane Laura Cordero, di famiglia borghese, fa la volontaria in un centro per senzatetto, mettendo così alla prova il suo dono: ha la capacità di avvertire le emozioni degli altri. Laura inizia a "indagare" su due bambini che vede aggirarsi la sera intorno alla stazione, accorgendosi ben presto di essere l'unica a vederli.
Nella seconda parte parliamo di "L'estate che resta", opera prima di Giulia Baldelli (Guanda). La storia di un amore, quasi un'ossessione amorosa, che inizia nell'infanzia e prosegue nella vita adulta. Protagonista è Giulia che a dieci anni incontra una bambina, Cristi, più piccola di lei di tre anni. Da subito Cristi sembra essere una calamita per Giulia, ma anche per un altro bambino Mattia. Cristi e Mattia frequentano il paesino dell'entroterra marchigiano in cui è ambientato il romanzo solo in estate, mentre Giulia ci vive tutto l'anno e aspetta l'estate per incontrare Cristi. Un triangolo, un amore nato nell'infanzia e destinato a segnare profondamente la vita di Giulia.