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Un giallo ambientato nel 1793 nel Granducato di Toscana firmato da uno degli autori più popolari di gialli storici, Marcello Simoni, che aveva esordito nel 2011 con "Il mercante di libri maledetti". Questo nuovo romanzo, "La Taverna degli assassini" (Newton Compton Editori), è un "giallo dalla camera chiusa": ci sono alcuni personaggi che si trovano in un luogo circoscritto, in questo caso si tratta del castello del barone Calendimarca, c'è un delitto e si deve scoprire il colpevole fra i presenti. Il primo omicidio avviene nelle campagne del castello dove viene trovato un cadavere avvolto da una vite (tutto il giallo riguarda il mondo del vino di fine '700). A indagare viene chiamato Vitale Federici, cadetto di Montefeltro, esiliato da Urbino.
Nella seconda parte parliamo di "La piccinina" di Silvia Montemurro (e/o). Siamo a Milano nel 1902: in alcune vie del centro sfilano manifestanti in sciopero. La particolarità? A protestare sono bambine, al massimo adolescenti, le cosiddette "piscinine", ossia apprendiste sarte e modiste fra i 6 e 15 anni. Protestavano per le dure condizioni di lavoro e per ottenere paghe più alte. Spesso più che apprendere un mestiere, queste bambine erano costrette a girare la città per consegnare pacchi pesanti in un contenitore che veniva chiamato "telegramma". Una di loro fu raffigurata nel celebre dipinto "La piscinina" da Emilio Longoni e la sua storia viene raccontata da Silvia Montemurro in questo romanzo. Nora è prima una bambina e poi un'adolescente insicura, balbetta, non sa dare parole ai suoi pensieri. Ma durante lo sciopero avrà un ruolo decisivo.
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Un giallo ambientato nel 1793 nel Granducato di Toscana firmato da uno degli autori più popolari di gialli storici, Marcello Simoni, che aveva esordito nel 2011 con "Il mercante di libri maledetti". Questo nuovo romanzo, "La Taverna degli assassini" (Newton Compton Editori), è un "giallo dalla camera chiusa": ci sono alcuni personaggi che si trovano in un luogo circoscritto, in questo caso si tratta del castello del barone Calendimarca, c'è un delitto e si deve scoprire il colpevole fra i presenti. Il primo omicidio avviene nelle campagne del castello dove viene trovato un cadavere avvolto da una vite (tutto il giallo riguarda il mondo del vino di fine '700). A indagare viene chiamato Vitale Federici, cadetto di Montefeltro, esiliato da Urbino.
Nella seconda parte parliamo di "La piccinina" di Silvia Montemurro (e/o). Siamo a Milano nel 1902: in alcune vie del centro sfilano manifestanti in sciopero. La particolarità? A protestare sono bambine, al massimo adolescenti, le cosiddette "piscinine", ossia apprendiste sarte e modiste fra i 6 e 15 anni. Protestavano per le dure condizioni di lavoro e per ottenere paghe più alte. Spesso più che apprendere un mestiere, queste bambine erano costrette a girare la città per consegnare pacchi pesanti in un contenitore che veniva chiamato "telegramma". Una di loro fu raffigurata nel celebre dipinto "La piscinina" da Emilio Longoni e la sua storia viene raccontata da Silvia Montemurro in questo romanzo. Nora è prima una bambina e poi un'adolescente insicura, balbetta, non sa dare parole ai suoi pensieri. Ma durante lo sciopero avrà un ruolo decisivo.
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