Per la redazione Vinicio Nardo dialoga con Alfonso D'Avino, Procuratore della Repubblica di Parma, su un tema al centro del dibattito pubblico e giuridico: le intercettazioni e i loro limiti.
Il punto di partenza è la recente approvazione della cosiddetta “Legge Zanettin”, che introduce un limite temporale alla durata complessiva delle operazioni di intercettazione, fissandolo a 45 giorni, salvo motivata proroga fondata su elementi specifici e concreti.
Una riforma che ha suscitato reazioni contrastanti e, secondo molti, un allarmismo diffuso e spesso ingiustificato. Con tono sobrio ma netto, D’Avino ridimensiona l’allarme suscitato da alcune letture della riforma, evidenziando che molte categorie di reati, tra cui quelli di criminalità organizzata, terrorismo e contro la pubblica amministrazione, restano soggetti a un regime diverso, che consente termini più lunghi e presupposti meno stringenti.
Un’occasione per conoscere, tra analisi normativa e pensiero critico, il contenuto della riforma e inquadrarne le ragioni, le implicazioni concrete per chi indaga e le ricadute sulla tutela dei diritti costituzionali, primo fra tutti la libertà delle comunicazioni.
Un dialogo che diventa occasione per parlare di garantismo, di giurisdizione, del ruolo dei magistrati e del rapporto – sempre più problematico – tra opinione pubblica, media e giustizia.
Una riflessione sulla "furia punitiva" che rischia di deformare l’equilibrio tra potere punitivo dello Stato e diritti individuali.
Un episodio che non è “dolce di sale” perché ricorda – anche ai tecnici del diritto – che la giustizia non è un automatismo, ma una costruzione quotidiana fatta di equilibrio, consapevolezza e misura.
Buon ascolto!