Yes means yes. Tutto chiaro?
In teoria si. Persino giusto.
Ma nel processo penale quali sono le ripercussioni?
Aurora Matteucci dialoga con Nicola Canestrini.
Un ribaltamento dell’onore della prova ( è l’imputato a dover dimostrare che il consenso c’era ed è una prova praticamente impossibile da fornire) in barba alla presunzione di innocenza. Che è principio di civiltà irretrattabile, costituzionalmente garantito.
C’è un’ossessione per l’uso dello strumento penale in chiave securitaria e una pervicace, ostinata e inutile idolatria per le reazioni muscolari che non faranno vivere più donne, che non le tuteleranno meglio se non si decide di intervenire con riforme serie e non a costo zero.
Se non si mette mano, intervenendo su welfare e educazione, al sistema di potere che ha relegato le donne entro gli spazi angusti della subordinazione.
Se la leva penale fosse davvero utile, in questi anni di aumenti vertiginosi di pene, di riduzione delle garanzie, avremmo dovuto assistere ad un considerevole abbattimento delle violenze.
Così non è.
Vale per la proposta di riforma del reato di violenza sessuale.
Vale ancora di più per la legge sul femminicidio approvata ieri.
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