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A volte Antonio Manzini si prende una pausa dal suo personaggio seriale, Rocco Schiavone, e scrive altro. Come nel caso di "Tutti i particolari in cronaca" (Il Giallo Mondadori). Da una parte c'è un uomo, Carlo Cappai, che lavora da circa trent'anni nell'archivio del Tribunale penale: è un uomo chiuso, solitario, che sembra non avere affetti ma che in realtà cova molta rabbia. Vive in simbiosi con i faldoni dell'archivio tanto che per lui quei faldoni "parlano". Carlo Cappai è un uomo ossessionato dai casi in cui l'imputato è stato "assolto per non aver commesso il fatto", ma per lui c'è il forte dubbio di una magistratura influenzata dal potere. Dall'altro lato, proprio come seconda narrazione alternata alla precedente, ci sono le vicende di un giornalista, Walter Andretti, alle prime armi con la cronaca nera (si era sempre occupato di sport) che deve scrivere di alcuni omicidi.
In questa intervista Antonio Manzini ci parla del romanzo, ma anche del suo senso di giustizia e, inevitabilmente, di Rocco Schiavone. "Mi piacerebbe scrivere un romanzo con Schiavone in cui però non c'è il morto" - racconta Manzini che poi aggiunge: "Non so quanto andrò avanti con Rocco Schiavone".
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A volte Antonio Manzini si prende una pausa dal suo personaggio seriale, Rocco Schiavone, e scrive altro. Come nel caso di "Tutti i particolari in cronaca" (Il Giallo Mondadori). Da una parte c'è un uomo, Carlo Cappai, che lavora da circa trent'anni nell'archivio del Tribunale penale: è un uomo chiuso, solitario, che sembra non avere affetti ma che in realtà cova molta rabbia. Vive in simbiosi con i faldoni dell'archivio tanto che per lui quei faldoni "parlano". Carlo Cappai è un uomo ossessionato dai casi in cui l'imputato è stato "assolto per non aver commesso il fatto", ma per lui c'è il forte dubbio di una magistratura influenzata dal potere. Dall'altro lato, proprio come seconda narrazione alternata alla precedente, ci sono le vicende di un giornalista, Walter Andretti, alle prime armi con la cronaca nera (si era sempre occupato di sport) che deve scrivere di alcuni omicidi.
In questa intervista Antonio Manzini ci parla del romanzo, ma anche del suo senso di giustizia e, inevitabilmente, di Rocco Schiavone. "Mi piacerebbe scrivere un romanzo con Schiavone in cui però non c'è il morto" - racconta Manzini che poi aggiunge: "Non so quanto andrò avanti con Rocco Schiavone".
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