24 giugno 1965: a Villa Borghese a Roma viene lasciata una neonata di otto mesi e poche ore dopo i genitori si tolgono la vita. Quella bambina viene adottata e diventa poi una poeta e scrittrice: è Maria Grazia Calandrone che nel romanzo "Splendi come vita" (Ponte alle Grazie) aveva raccontato il suo rapporto intenso, ma anche conflittuale, con la madre adottiva. Ora in "Dove non mi hai portata" (Einaudi) sceglie di raccontare la storia della madre biologica, storia ricostruita attraverso una serie di testimonianze e documenti. Una vera e propria indagine su Lucia, ragazza cresciuta in un piccolo paese del Molise, in un contesto povero, costretta a sposare un uomo violento dal quale dopo alcuni anni fuggirà.
Nella seconda parte parliamo di "Il figlio del direttore" di Piersandro Pallavicini (Mondadori). Michelangelo ha appena compiuto sessant'anni, vive a Pavia dove ha aperto una libreria antiquaria dove vende soprattutto poesia e narrativa del Novecento, ma anche vini di pregio e delicatessen. È un uomo benestante, indossa sempre tre pezzi di tweed e scarpe di importazione inglese, va spesso in Costa Azzurra, ma Michelangelo è anche un uomo profondamente solo. La sua vita è turbata il giorno in cui squilla il cellulare e compare il numero del padre, che però è morto da due anni. Michelangelo scoprirà così che il padre, con il quale aveva avuto un pessimo rapporto, aveva molti segreti con i quali lui è costretto a fare i conti.