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"Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano e "La levatrice" di Bibbiana Cau
Vera è una adolescente, ha un fratello più grande di ben tredici anni. Sarebbe più corretto dire, però, aveva, perché un giorno arriva a casa a una telefonata: suo fratello è stato investito da un treno. Vera aveva con C’è, così lo chiamava, un rapporto veramente simbiotico, nonostante la grande differenza di età. Dopo la sua scomparsa, i genitori eludono le domande che Vera fa sul fratello e lei si sente sempre più sola e inadeguata, anche rispetto a quel fratello amato, ma anche invidiato perché era considerato dai genitori quasi perfetto. Un giorno Vera inizia a sentire la voce del fratello nella sua testa. I compagni di scuola pensano che sia matta. L’unica a darle credito è Ginevra, detta Gin, destinata a diventare la sua migliore amica. Tutto questo è raccontato in "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano (Garzanti). Un romanzo commovente che parla di amore fra un fratello e una sorella, ma che parla anche di adolescenti, della difficoltà di trovare un posto nel mondo, del sentirsi inadeguati, un romanzo che parla della gara all’essere perfetti e di disturbi mentali.
Nella seconda parte parliamo di un romanzo che ci porta nel cuore della Sardegna nel 1917. Mallena è arrivata a Norolani quindici anni prima e qui fa la levatrice empirica, nel senso che non ha studiato per fare questo mestiere, fra l’altro non sa né leggere né scrivere, ma il suo è un mestiere antico, appreso attraverso la pratica. In più Mallena conosce il potere delle erbe e dei rimedi naturali. Quando il marito torna dalla guerra dopo aver perso una gamba, c’è bisogno di soldi per le medicine oltre che per crescere i due figli, e così Mallena decide di chiedere al sindaco di essere pagata per i servizi che ha sempre prestato alle donne gratuitamente. Per tutta risposta le autorità fanno arrivare dal Continente un’ostetrica professionista che non conosce le tradizioni e la cultura delle donne del luogo. Questa è la trama di "La levatrice", opera prima di Bibbiana Cau (Nord).
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"Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano e "La levatrice" di Bibbiana Cau
Vera è una adolescente, ha un fratello più grande di ben tredici anni. Sarebbe più corretto dire, però, aveva, perché un giorno arriva a casa a una telefonata: suo fratello è stato investito da un treno. Vera aveva con C’è, così lo chiamava, un rapporto veramente simbiotico, nonostante la grande differenza di età. Dopo la sua scomparsa, i genitori eludono le domande che Vera fa sul fratello e lei si sente sempre più sola e inadeguata, anche rispetto a quel fratello amato, ma anche invidiato perché era considerato dai genitori quasi perfetto. Un giorno Vera inizia a sentire la voce del fratello nella sua testa. I compagni di scuola pensano che sia matta. L’unica a darle credito è Ginevra, detta Gin, destinata a diventare la sua migliore amica. Tutto questo è raccontato in "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano (Garzanti). Un romanzo commovente che parla di amore fra un fratello e una sorella, ma che parla anche di adolescenti, della difficoltà di trovare un posto nel mondo, del sentirsi inadeguati, un romanzo che parla della gara all’essere perfetti e di disturbi mentali.
Nella seconda parte parliamo di un romanzo che ci porta nel cuore della Sardegna nel 1917. Mallena è arrivata a Norolani quindici anni prima e qui fa la levatrice empirica, nel senso che non ha studiato per fare questo mestiere, fra l’altro non sa né leggere né scrivere, ma il suo è un mestiere antico, appreso attraverso la pratica. In più Mallena conosce il potere delle erbe e dei rimedi naturali. Quando il marito torna dalla guerra dopo aver perso una gamba, c’è bisogno di soldi per le medicine oltre che per crescere i due figli, e così Mallena decide di chiedere al sindaco di essere pagata per i servizi che ha sempre prestato alle donne gratuitamente. Per tutta risposta le autorità fanno arrivare dal Continente un’ostetrica professionista che non conosce le tradizioni e la cultura delle donne del luogo. Questa è la trama di "La levatrice", opera prima di Bibbiana Cau (Nord).
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