Commento a Atti 19, 1-7
Riceveste lo Spirito Santo?
Questo racconto è da leggere insieme al precedente. Apollo, ammaestrato nelle Scritture, conosce con precisione la via del Signore e parla di Gesù. Egli ha la sana dottrina ed è fervoroso in essa. Però ha ricevuto solo il battesimo di Giovanni, quello nell’acqua, non quello nello Spirito.
Ma nell’acqua della legge si muore; è solo nello Spirito d’amore che si respira e si vive. Apollo è come molti teologi e persone di chiesa: sanno tutto, sono zelanti nell’esporre la dottrina. Ma una cosa è sapere e parlare, altra cosa è capire e vivere ciò che si sa e si dice. Anche i ciechi possono parlare con esattezza di colori che non hanno mai visto. Sappiamo tante cose che non comprendiamo. L’illuminazione dello Spirito è capire ciò che si conosce: solo chi ama capisce. Per sé il fine di ogni capire è amare. Per questo tutto svanirà e “l’amore non avrà mai fine” (1Cor 13,8). La sola “scienza gonfia, mentre “l’amore edifica” (1Cor 8,2).
Un sapere e un annunciare senza amare, è la fede tipica dei diavoli in tutti gli esorcismi dei Vangelo. Vedi ad esempio il primo esorcismo di Marco: “Io so chi tu sei: il Santo di Dio” (Mc 1,24). Vedi anche Atti 16,17 dove Paolo scaccia da una schiava il demonio che fa propaganda per lui e per Cristo. Il diavolo ci vuol rendere come lui, sapere senza amare: “Anche i demoni credono, ma tremano” (Gc 2,19). È la pena della dannazione.
Anche molti cristiani scambiano la testimonianza per propaganda: se non abbiamo lo stile di Gesù, ciò che facciamo scredita ciò che diciamo. È il pericolo dei movimenti e della pastorale ”dei gradi eventi”. Tuttavia hanno sempre successo perché ci portano a sentirci grandi e potenti. Cristo invece è piccolo: “ fu crocifisso per la sua debolezza” e ci ha “arricchito con la sua povertà” (2Cor 13,4; 8,9).
Non basta “conoscere e parlare con precisione” di Gesù - ma quanta ignoranza e sommarietà tra cristiani, anche responsabili, nei riguardi della Parola di Dio! Terribile il nuovo lezionario ambrosiano, che impedisce di conoscere il Vangelo: fa del corpo di Gesù uno spezzatino cucinato su ricetta, più o meno supposta, gallo-carolingia in salsa meneghina, con il contorno di esuberanti ghirigogori di aggettivi che “si insublimano nel mistero arcano” oppure si inarcanano in sublimità misteriose. Per tacere dei prefazi, soprattutto mariani, autentici compendi di casta ginecologia.
Oltre la conoscenza delle Scritture, è necessario qualcos’altro. Bisogna “testimoniare Gesù”, ossia ri-cordarlo (=averlo-nel-cuore) e viverlo. È lui “la mia vita” (Fil 1,21): “vivo io, non più io, ma Cristo vive in me”. La mia vita infatti è risposta d’amore all’amore del Figlio di Dio “che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). E l’amore fa dei due uno, pur restando due!
Chi testimonia Gesù conoscendolo con precisione, ne può parlare in modo efficace. La sua parola ha la stessa “exousìa” del suo Maestro: scaturisce dal suo “essere”. Ciò che sei parla di più di ciò che dici. Se parliamo senza testimoniarlo riduciamo il messaggio a parola vuota che riempie di vanità noi e di vacuità gli altri. Le parole di Gesù invece sono “Spirito e vita” (Gv 6,63).
Quanti credenti sono formati sul catechismo e l’osservanza delle regole, invece che sulla conoscenza di Gesù! Essi vivono con impegno la “loro religiosità”: digiunano, osservano comandamenti e praticano molte devozioni nell’attesa che venga il Signore. Non hanno però la gioia del Vangelo. Ignorano che “Lo Sposo è con loro”. Il loro cristianesimo è una toppa di tessuto nuovo su abito vecchio (cf. Mc 2,18-22): manca il vino nuovo, lo Spirito. Ignorano le prime parole di Gesù, programma e chiave di lettura del Vangelo: egli proclama che il tempo dell’attesa è finito, perché il regno di Dio è già qui. Il regno è lui stesso, il Messia, lo Sposo, il Figlio amato: basta con-vertirsi a lui, amarlo e seguirlo (cf. Mc 1,16ss). Ormai possiamo vederlo e amarlo in ogni creatura, perché “tutto sussiste in lui” (Col 1,17). “ In lui infatti noi siamo, ci muoviamo ed esistiamo (…) di lui stirpe noi siamo” (At 1,28). Anzi, di più: siamo figli amati ciascuno dal Padre come il Figlio unico e amati dal Figlio con il medesimo amore con cui lui è amato dal Padre (Gv 17,23; 15,9). Questo è il motivo perenne della nostra gioia: ogni realtà è segno dell’amore di Dio che in essa ci dona se stesso. Per questo “facciamo eucaristia di ogni cosa. Questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Ts 5,18), perché Lui è “tutto in tutte le cose” (1Cor 15,28).
Ricordo che Karl Rahner, in una conversazione amichevole con un gruppo di giovani gesuiti a Münster, alla nostra domanda sull’essenza del cristianesimo, rispose: “ È quello che diceva mia nonna: ‘Bisogna amare il buon Gesù!’”. Quel buon Gesù che vediamo in tutti gli uomini, cominciando di quelli che escludiamo come “cattivi”: gli affamati, assetati, immigrati, nudi, malati e carcerati (Mt 25,31ss). Molti invece, e si credono pii, vivono di “precetti quali non prendere, non gustare, non toccare: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini, che hanno parvenza di sapienza, con la loro affettata religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non servono che per soddisfare la carne” (Col 2, 20ss).
Luca inoltre (cf anche Gv 17,20-26!) è preoccupato, come tutti gli apostoli dell’unità dei credenti, “Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati all’unico Spirito” (1Cor 12,13). Spirito significa respiro, vita. La vita di Dio è l’amore tra Padre e Figlio; e tutti noi, “battezzati”, ossia immersi nello Spirito, viviamo con tutta la creazione nell’amore reciproco tra Padre e Figlio. L’unità di comunione, frutto d’amore, è principio di vita. La divisione, separazione causata dall’egoismo, è principio di morte.
Come Apollo, anche questi di Efeso non hanno ricevuto lo Spirito. Conoscono solo il battesimo di Giovanni, ma non quello di Gesù. Apollo però conosceva bene anche Gesù, pur senza averne lo Spirito. Questi 12 di Efeso invece hanno conosciuto solo il Battista. Rispetto al Giudaismo, i “battistini” e i “cristiani” hanno in comune il battesimo. Ma c’è battesimo e battesimo, quello nell’acqua della legge e quello nello Spirito di vita.
Oggi questi 12 (!) sono figura dei tanti cristiani che vivono sotto il “dovere” della legge, ma non hanno la libertà dei figli: ignorano il “piacere” di amare Dio e i fratelli.
Sono quelli che sovvertono l’unico Vangelo, proponendone un altro che non esiste, direbbe Paolo (Gal 1,6-9). Pervertono il Vangelo in legge che uccide. Se il primo “segno” della Gloria fu per Gesù mutare l’acqua della legge nel vino dell’amore (Gv 2,1ss), costoro mutano il vino in acqua, l’amore in legge. Ma la legge uccide, mentre lo Spirito dà vita (2Cor 3,6). La legge stessa, che prescrive il bene, ci condanna come trasgressori; solo “l’amore è pieno compimento della legge”, perché “l’amore non fa male a nessuno” (Rm 1310).
Per Luca lo Spirito è il principio della vita di Gesù e delle vita della Chiesa. Il suo Vangelo inizia con lo Spirito che, al sì di Maria, incarna in lei la Paola e termina nell’attesa dello Spirito che scenderà sugli apostoli (Lc, 1,35;24,49): Gli Atti, a loro volta, iniziano con il dono dello Spirito, principio dell’annuncio e della testimonianza dei discepoli (At 2,1ss). Lo Spirito, vita stessa di Dio, come ha formato il corpo di Gesù, così forma “la chiesa, che è suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1,22s).
Luca è particolarmente attento allo Spirito: è l’amore tra Padre e Figlio, che Gesù ci ha donato dalla croce per diventare anche noi figli di Dio e fratelli di tutti gli uomini. Per questo nel Vangelo, dove racconta ciò che Gesù fece e disse, nomina lo Spirito per ben 35 volte; negli Atti invece, dove racconta ciò che gli apostoli fanno e dicono per testimoniare Gesù, lo nomina 70 volte. Esattamente il doppio! È puro caso o è la “reduplicazione” della risposta d’amore, dove il suo Spirito è anche nostro e il nostro è anche suo?
DIVISIONE
a. vv. 19,1-2: riceveste lo Spirito Santo?
b. vv.3-4: in cosa foste battezzati?
c. vv.5-7: battezzati nel nome di Gesù…