Commento a Atti 17, 1-15
Arrivarono a Tessalonica .... a Berea ..... ad Atene
Filippi è la “porta tra l’Europa e l’Asia”. Lì Paolo e compagni sono approdati, passando da un continente all’altro. Da lì Paolo e Sila, usciti di prigione, seguendo la “Via Egnatia”, vanno a Tessalonica, capitale della Macedonia. Siamo verso l’estate dell’anno 50. Si fermano tre settimane annunciando il Vangelo e discutendo di sabato nella sinagoga. Il successo è buono con i greci e non poche donne dell’aristocrazia, ma è scarso con i giudei. Anzi, molti di questi, per santo zelo, sobillano la piazza e mettono in subbuglio la città. La comunità di Tessalonica è stata fondata in sole tre settimane. Paolo si sentirà in dovere di scrivere ad essa - la lettera è presenza di un assente! - per sostenerla e completarne l’istruzione. Le prime due lettere di Paolo, scritte pochi mesi dopo a Corinto, sono destinate ai Tessalonicesi.
I fratelli di Tessalonica, nottetempo, fanno partire Paolo e Sila per Berea, altra città della Macedonia. Anche qui, come al solito, vanno in sinagoga. Ma i giudei di Berea sono molto bendisposti. Lo ascoltano e discorrono con lui ogni giorno, non solo di sabato. Però i nemici di Tessalonica, informati, inseguono Paolo anche a Berea. Allora i fratelli della nuova comunità lo fanno partire subito, scortandolo fino ad Atene. Paolo li rimanda a Berea e resta da solo, in attesa che lo raggiungano Sila e Timoteo.
L’evangelizzazione d’Europa, iniziata così bene in riva al fiume e nella casa di Lidia, diventa subito un cammino di ostacoli e persecuzioni. Non è una novità. È ciò che Paolo, come Gesù, ha incontrato ovunque andava. Per questo nel primo viaggio apostolico confortava i fratelli nella fede dicendo: “È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno i Dio” (At 12,22).
Non a caso, nel racconto della sua chiamata, la voce dall’alto gli dice: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. E alla sua domanda: “Chi sei, Signore?”, la voce risponde: “Io-Sono Gesù, che tu perseguiti”. Questo evento, narrato tre volte negli Atti (At 9,4s.; 22,3s; 26,14s), contiene per Paolo tutta la rivelazione di Dio e dell’uomo. Gesù Nazareno, il crocifisso, è il Signore; ed è lo stesso che Saulo perseguita nei suoi discepoli. Il Figlio dell’uomo, condannato a morte come bestemmiatore, è l’Agnello di Dio che porta su di sé il male del mondo - è il Servo sofferente, “il Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20), colui che è “venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi io sono il primo (1Tm 1,15). Egli è il Vivente che si identifica con ogni figlio d’uomo che noi perseguitiamo. Ora anche Paolo è pienamente assimilato a lui.
I racconti di ciò che succede a Tessalonica e a Berea sono simili: Paolo entra in sinagoga, prova dalle Scritture che Gesù morto e risorto è il Messia, ottiene conversioni - poche a Tessalonica e molte a Berea - e in tutte e due aderiscono non poche donne della nobiltà. Il tutto comunque termina, come al solito, con una persecuzione. Questa, secondo il libro degli Atti, è motore, autenticazione e garanzia di fecondità della missione stessa.
In Giudea l’Apostolo poteva trovare ovunque persone informate su Gesù e quindi preparate in qualche modo ad accogliere il Vangelo. Altrove, come già anche in Asia, ma soprattutto in Europa, la gente sa nulla di Gesù o di come lui realizzi le promesse fatte ad Abramo. Per questo Paolo ovunque va, entra sempre, se possibile, nelle sinagoghe. Qui, oltre i Giudei che conoscono le promesse e sono da tempo inculturati in ambiente pagano, Paolo ha possibilità di conoscere numerosi proseliti e simpatizzanti. Nelle sinagoghe, insieme alle persecuzioni, trova un terreno dissodato e preparato per accogliere il sema della Parola.
Solo più tardi, a Atene, Paolo affronterà la “piazza” dei pagani. La promessa è e resta comunque prima per i giudei e poi, in loro e grazie a loro, si estende a tutti i popoli della terra.
DIVISIONE
a. vv. 1-3: viaggio e predicazione in sinagoga a Tessalonica
b. v.4: esito discreto, soprattutto con i pagani
c. vv. 5-9: invidia persecuzione
d. v.10: fuga-viaggio e predicazione in sinagoga a Berea
e. vv. 11-12: esito molto positivo
f. vv. 13-15: persecuzione e partenza coatta di Paolo, portato ad Atene