Allarghiamo Piazza Vittorio Emanuele! Persona bene informata ci riferisce che l'Amministrazione Provinciale di Macerata ha stanziato nel suo bilancio una fortissima somma per restaurare il decrepito Palazzo della Prefettura. Trattandosi di una spesa fatta col pubblico denaro, ci permettiamo di fare una semplice osservazione. Macerata Capoluogo di una florida Provincia, sede di un'antica Università, città di second'ordine, di terzo, magari di quarto se vogliamo, ma pur sempre una delle più considerevoli città dell'Italia Centrale, non ha nell'interno del suo abitato, una piazza che veramente possa dirsi tale. È vero che le condizioni topografiche della città nostra, costruita sulla sommità e sui versanti di un'erta collina, difficilmente si prestano alla sistemazione di piazze regolari e grandiose: ma pure, se si volesse, si potrebbe ottenere con poca spesa e con poco lavoro una magnifica piazza, abbattendo precisamente quel palazzo che si vuole restaurare, e ricostruendolo un 40 o 50 metri indietro nell'area adesso occupata dall'orto, il quale è attualmente adebito alla prosaica coltura di qualche centinaio di cavoli. L'unica parte di quel palazzo che meriterebbe di essere assolutamente conservata, e restaurata colla massima cura, sarebbe il braccio di Ponente, conosciuto generalmente sotto il nome di Loggia del Caffè. Le basi di quelle colonne sono mancanti e scalzate, i cornicioni dell'edificio trascurati e cadenti, i gradini dal lato della Piazza, favorito ritrovo delle rivendugliole, sono spezzati e sconnessi. Eppure quella Loggia è un pregevolissimo lavoro di architettura del secolo XIII. Ebbene chi lo crederebbe? A quanto ci si afferma, quella Loggia non trovasi affatto compresa negli imminenti lavori di restauro. Ritornando al primitivo argomento, possiamo asserire che la spesa per la sistemazione di quella piazza, non è poi così ingente, come a prima vista sembrerebbe, giacchè devesi calcolare che non solo si avrebbe gratis l'area e l'enorme quantità di materiale proveniente dalla demolizione dell'attuale palazzo, ma dovrebbesi eziandio considerare che un grandioso edificio di moderna costruzione e situato in quella località, renderebbe altresì alla Provincia non poche migliaia di lire. Qualcuno dirà e i denari? Oh, i denari ci sono. E come potrebbero mancare i denari alla nostra Amministrazione Provinciale, la quale nientemeno si è assunta l'obbligo, qualora si costruisse la Ferrovia Visso-Terni, di sborsare la bagatella di 50mila lire all'anno per la durata di 50 anni. (Il Risveglio, 20 aprile).
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