Echi del Carnevale. A feste finite da qualche giorno non è cosa di certo molto facile fare un po' di cronaca del carnevale maceratese. A farla breve però, bisogna confessare che il nostro carnevale si potrebbe riassumere in una lunga serie di feste da ballo con o senza maschere, veglioncini e veglioni, perchè dei così detti pubblici divertimenti non si sono avuti che quelli dati dalla Società Borghigiana nel Giovedì grasso e una parodia di corse al fantino martedì scorso. Maschere ci sono state e se di alcune il tacere è bello, non bisogna dimenticare i due carri allestiti dalla suddetta Società (rappresentanti uno l'allegria che saluta il commercio, l'altro la pace assisa in un trofeo di guerra), ed infine quello di martedì, composta da una nidiata di bambini, guidati da un pover'uomo che continuamente si sforzava d'inneggiare al carnevale e ... alla miseria. Non sono mancati una lotteria gastronomica, gettito di fiori e coriandoli e le scelte melodie delle tre bande cittadine. Il tutto condito con la massima indifferenza del pubblico e non poca musoneria. Il carnevale dunque, dicevamo, si può riassumere nelle numerose feste da ballo e, tanto per dirne qualche cosa, andremo per ordine cominciando dal Teatro Lauro Rossi, in cui i tre Veglioni dati la sera del 2, a beneficio del Ricreatorio festivo XX Settembre, la sera del 9 e del 18 corr. non potevano riuscire più brillanti sia per il concorso del pubblico, sia per numerose ed eleganti mascherine. In quello poi del 18 vi fu, come sorpresa, il popolare Saltarello, suonato dal solito valente e gioviale Amos Buttafoco, accompagnato, con una musica di nacchere, caccavelle, campanelli et similia, da una scelta corona di buontemponi. Al Politeama Marchetti animatissimo giovedì grasso. Agl'Impiegati, alla Filarmonica riuscitissime specialmente le ultime feste. All'Elvia Recina non si poteva desiderare proprio di meglio nei due veglioni dati nelle sere del 1° e del 15 corr. Chi non c'è stato non può farsi un'idea del magnifico colpo d'occhio che presentava la sala dello Sferisterio addobbata con gusto squisito dal noto e bravo tappezziere Paolo Perugini, il quale volle farne un lavoro d'impegno e ci riuscì perchè trasformò addirittura la sala in un vero e splendido padiglione orientale. Luce a profusione, fiori dappertutto, dame numerose ed elegantissime, largo concorso di soci ed invitati, buffet e restaurant forniti di tutto punto ed infine, come valido coefficiente per ben divertirsi, un affiatamento, più unico che raro. Il Presidente sig. Angelo Masini e Vice-Presidente sig. Pierucci, insieme a tutti i componenti il Comitato, possono essere ben soddisfatti se, per opera loro, la fiorente Società Elvia Recina ha saputo dare delle feste veramente splendide e memorabili. Un'altra festa da ballo che già immaginavamo doveva riuscire benissimo, perchè data da quei bravi giovani che compongono la Banda Cittadina Lauro Rossi, fu quella tenuta la sera di lunedì 17 corr. nei locali di musica siti nel fabbricato Pannelli. La sala splendidissima era insufficiente a contenere tutti gl'intervenuti. Numerosissimo il sesso gentile. Anche allo Sferisterio il veglione dato dalla Banda Borghigiana riuscì molto bene. Che dire poi dei balli dati dal Circolo Excelsior nelle cui sale per parecchie sere si è riversato sempre un pubblico animato, allegro, vivace! Innumerevoli sono state le feste private e noi non vogliamo chiudere queste note senza ricordare le feste date in casa del sig. Ignazio Tomassini che aprì ai numerosi amici le sue splendide sale, le quali, per parecchie sere, specialmente martedì, accolsero un gran numero d'invitati, ricevuti dagli ospiti con ogni sorta di gentilezze. E così senza infamia e senza lode si è spento Carnevale, non lasciando che nei giovani largo desiderio di sè. Parce sepulto! (L'Eco delle Marche, 25 febbraio).
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