"Madre d'ossa" (Longanesi) è il nuovo romanzo di Ilaria Tuti con protagonista Teresa Battaglia, la commissaria comparsa per la prima volta nel 2018 in "Fiori sopra l'inferno", da cui è stata tratta una serie tv Rai. Teresa Battaglia ha lasciato il suo incarico in Polizia perché l'Alzheimer ha preso il sopravvento: il suo carattere duro e spigoloso, i suoi modi bruschi e la sua determinazione stanno cedendo il passo a una certa fragilità. Eppure Teresa ha ancora ottime capacità investigative e soprattutto ha quella grande empatia che le permette di comprendere la mente degli altri, criminali compresi. Stavolta, però, il compito per Teresa Battaglia è veramente complicato: viene trovata dal suo fedele ispettore Marini sporca di sangue accanto al cadavere di un giovane. Cosa è successo? Teresa è una testimone o una colpevole? Lei non ricorda nulla e non le resta che avviare l'indagine più complessa: quella su sè stessa.
Usare l'ironia per raccontare l'ideologia nazionalista dell'Eta, l'organizzazione terroristica degli indipendentisti baschi. È quello che fa lo scrittore Fernando Aramburu nel romanzo "Figli della favola" (Guanda - traduz. Bruno Arpaia). Aramburu ha scritto spesso sull'Eta, l'aveva fatto anche nel suo romanzo più famoso "Patria" del 2017 che vinse anche il Premio Strega europeo, ma fino ad ora aveva sempre raccontato il dolore e le ferite delle vittime. Stavolta sceglie di narrare cosa passa nella testa di due giovani aspiranti terroristi e lo fa attraverso la parodia. I protagonisti sono due ventenni, Asier e Joseba, che credono fortemente nell'ideologia nazionalista e vengono inviati dall'Eta nel sud della Francia in attesa di essere avviati all'addestramento. Ma siamo nell'ottobre del 2011 quando l'Eta dichiara la fine della lotta armata. E così Asier e Joseba restano spiazzati e decidono di addestrarsi da soli: sono fanatici, ma soprattutto sono sprovvedutiti e questo genera spesso situazioni umoristiche e quasi grottesche.