Narrazione audio a cura di eArs
F. Via Da Muu - Tigli dei Pescatori (Remo Cardana RC, Lorenzo Franzetti LF)
Narratore: Siamo su via Merzagora o, forse, dovremmo dire in via Da’Muu, cioè “via dell’amore”, come si chiamava un tempo. Allora, identificava il quartiere dei pescatori.
Rivolgendovi verso il lago, potrete vedere gli alberi secolari di tiglio soprannominati Tigli dei Pescatori. Remo Cardana, qual è il perché di questo nome?
RC: “Perché erano impiegati dai pescatori: piantavano dei chiodi sul tronco e li usavano per appendere le reti da pesca. Poi passavano a rammendarle e rassettarle.
Oppure, dopo essere stati la notte a pescare, al mattino le stendevano sui pratoni davanti al lago, per farle asciugare. Le reti richiedevano tanta manutenzione:vicino al campo sportivo, c’è ancora una vecchia fornace - la tencia - che i pescatori usavano per tingere le reti. Per farlo, bollivano le reti con le bucce delle castagne. In questo modo diventavano marroni ed erano più difficili da vedere per i pesci. Inoltre, il tannino contenuto nelle castagne le preservava e non le faceva deteriorare”.
N: Ma la storia dei pescatori di Angera è legata pure ad una leggenda, lasciamo la parola a Lorenzo Franzetti.
LF: “Un tempo Angera era sotto il dominio del re di Spagna. Un giorno, una principessa spagnola, mentre attraversava il lago con una barca, venne coinvolta in una tempesta. Fortunatamente, fu salvata dall’intervento dei pescatori. Come ricompensa, re Filippo IV esonerò tutti i pescatori dal pagamento delle tasse sulla pesca. Ed è ancora così!
Anche se sospetto che la verità sia molto più semplice e… realistica. Probabilmente fu una concessione ottenuta grazie all’intercessione del Cardinal Federico Borromeo, dovuta all’estrema povertà in cui vivevano gli angeresi in quel periodo.”
N: Realtà e finzione, a volte, convivono. In fondo, la storia di un luogo è anche fatta di storie immaginate che, seppur non vere, ci fanno un po’ sognare.