1492, la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo che pensava di aver raggiunto le Indie. La storia del viaggio delle caravelle, solo in parte nota, viene raccontata in "Oro puro" di Fabio Genovesi (Mondadori), un romanzo d'avventura e di formazione, ma anche un romanzo d'amore. Genovesi racconta le vicende non dal punto di vista epico di Colombo, ma con lo sguardo di un semplice mozzo, perché nei suoi romanzi ("Chi manda le onde", "Il mare dove non si tocca", "Cadrò sognando di volare") il punto di vista è spesso quello degli ultimi. Il protagonista è Nuno, quasi 17 anni, figlio di un'ex prostituta, che si imbarca su una caravella quasi per caso. Vive tutto con uno sguardo incantato che non è uno sguardo sciocco, ma è il punto di vista di un ragazzo che si aspetta il meglio dalla vita e prende le cose con un pizzico di ironia. Quando le caravelle toccano terra, Nuno coglie lo splendore di quei luoghi, la meraviglia, si innamora a prima vista di una donna bellissima, mentre Colombo e gli altri marinai hanno un atteggiamento predatorio (bisogna cercare l'oro, impadronirsi delle terre, sottomettere le popolazioni).
Nella seconda parte parliamo di "Nanda e io" di Enrico Rotelli (La nave di Teseo) in cui si raccontano i cinque anni in cui l'autore è stato assistente di Fernanda Pivano, giornalista, scrittrice, traduttrice, colei che ha portato la letteratura americana in Italia, amica dei grandi autori della cosiddetta Beat Generation. Rotelli aveva 25 anni e l'incontro con Fernanda Pivano, detta Nanda, è stato determinante nella sua vita. In questo libro si ricostruisce la vita di Nanda Pivano attraverso episodi significativi e aneddoti, ma la cosa interessante è che Rotelli intreccia alla vita di Nanda le sue riflessioni personali e così il lettore coglie anche l'emozione che un giovane può provare nel momento in cui si trova a collaborare con una grande personalità.