Mi chiamo Silvestro Curotti. Sono nato il 4 Novembre 1920 a Vagna, una piccola frazione di Domodossola.Sin da bambino ho amato lo sport, ma è nella marcia che ho trovato la mia vera passione.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, mi arruolai nel Gruppo “Aosta” del 1° Reggimento di artiglieria Alpina, combattendo sul fronte occidentale, in Savoia, dove fui inquadrato nel 20° Raggruppamento sciatori. Qui mi colse l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Rientrato in modo avventuroso in Italia, mi unii alla Resistenza con il soprannome “Dom” entrando nelle formazioni partigiane di Filippo Maria Beltrami. Comandai una squadra di arditi sabotatori, partecipando a diverse azioni contro i tedeschi.
Il 4 giugno 1944, fui incaricato di recuperare armi ed esplosivi, lanciati da aerei degli Alleati, nei pressi di Oira di Nonio, sul Lago d’Orta, in una missione fondamentale per la Resistenza. Durante il rientro, un reparto di SS tedesche ci sorprese. Mentre i miei uomini si ritiravano, io restai indietro, determinato a proteggere la loro ritirata e quel carico vitale. Con il nemico a pochi passi, mi nascosi nell'ombra, pronto a difendere ogni singola arma. Nonostante il pericolo, riuscii a portare il materiale in salvo, consapevole che quella missione avrebbe segnato un piccolo ma cruciale sabotaggio contro il nemico. Mi rifugiai in un casolare e, per oltre quattro ore, da solo, respinsi gli attacchi di circa ottanta tedeschi, senza mai arrendermi, nonostante la situazione disperata. Quando le munizioni finirono e il casolare fu distrutto dai mortai, mi tolsi la vita con l'ultimo colpo di pistola, per non cadere prigioniero dei tedeschi poichè mi dissi: “I patrioti muoiono, ma non si arrendono!”. Avevo appena 24 anni! La mia resistenza impressionò i tedeschi, che mi resero l’onore delle armi!
Questo fu un gesto che non cercavo, ma divenne simbolo del sacrificio di tanti partigiani. Il mio sogno non era morire, era correre!La Medaglia d’Oro al Valore Militare mi fu conferita in seguito alla mia morte, ma il vero onore fu aver combattuto per la libertà della mia terra!Oggi, lo stadio di Domodossola porta il mio nome, ma in lui c’è il ricordo di tutti i compagni che hanno lottato con me e mi auguro che i giovani, qui, correranno liberi e fratelli!